giovedì 25 marzo 2010

Filamenti di senso.





Filamenti che corrono lenti.
Filamenti che penetrano muri, che gonfiano spugne.
Quanti filamenti dalle bocche escono
e con quanta facilità essi prendono forma.
Parole.
Aminoacidi essenziali che si prendono gioco della mente
manipolando l'udito e la ricerca del "senso".
Quante parole superflue son state dette finora?
Quante prenderanno forma ancora?
E dove vanno le parole che non formano niente?
Ho sognato un gabbiano
che nel becco teneva stretti filamenti di parole,
trasportandoli nel cielo,
disperdendoli nell'aria,
e dissipandosi continuavano a fluttuare.
I più forti, sfiniti,
filamenti di senso,
quando anche per il vento eran pesanti,
si posavano leggiadri sulla cima di alberi
in un luogo lontano.
Ed erano cibo del Silenzio,
che, come il re della foresta,
sedeva sapiente, potente, impettito
e con gli occhi socchiusi,
esigendo rispetto e seminando paura.